Al contrario dell'alfabeto latino, in cui consonanti e vocali seguono una successione casuale, l'alfabeto sanscrito ci appare splendidamente ordinato secondo precisi criteri fonologici. Inizia con le vocali, seguono i dittonghi, quindi le consonanti. Ogni gruppo a sua volta ordinato secondo la successione del punto di articolazione.
Queste ultime due lettere sono indicate in trascrizione con un puntino posto sotto il corpo della lettera: Le vocali possono essere sia brevi che lunghe. In trascrizione le lunghe sono distinte da un macron: Nell'alfabeto devangrico, le vocali hanno due forme, una iniziale pi elaborata, e una seconda pi semplice da usarsi allorch la vocale articolata a una consonante. In realt vi una sottile differenza anche nel caso di r vocalica, essendo la breve e la lunga pronunciate rispettivamente con delle lievissime colorazioni i e u.
Ci atteniamo qui, tuttavia, alla pronuncia "corretta" secondo l'ideale fonologia sanscrita. C' per una precisa ragione filologica, derivando e ed o da due antichi dittonghi indoeuropei pronunciati [ai] ed [au]. Si noti che e ed o sono in realt pronunciate come [e:] ed [o:] lunghe.
La ragione per cui non vengono segnalate col macron, che, mancando in sanscrito [e] ed [o] brevi, non c' rischio di ambiguit. Le consonanti sono distinte in otto serie. Le prime cinque serie comprendono le consonanti occlusive, a loro volta ordinate secondo il punto di articolazione: prima le velari, poi le palatali, le retroflesse, le dentali e le labiali, seguendo un ordine di intacco che avanza dal fondo del palato alle labbra.
Ogni serie regolarmente formata da cinque lettere: sorda, sorda aspirata, sonora, sonora aspirata, nasale. Le successive tre serie riguardano invece le consonanti fricative: sibilanti, semivocali e aspirate, anch'esse ordinate secondo il punto di articolazione. Vediamo ora per esteso l'intero sistema consonantico, con trascrizione e pronuncia. Fonologicamente corrispondono alle occlusive velari, e si pronunciano come la c e la g dure dell'italiano. Sono le consonanti "palatali", sorda e sonora, articolate all'altezza del palato.
Fonologicamente corrispondono alle affricate postalveolari, e si pronunciano come la c i e la g i morbide dell'italiano. Sono le consonanti "cacuminali" che i sanscritisti chiamano anche "cerebrali" , sorda e sonora.
Fonologicamente corrispondono alle occlusive retroflesse, articolate tra gli alveoli e il palato, e corrispondono alla t e alla d del siciliano "motto" e "cavaddu". Sono le consonanti "dentali", sorda e sonora, articolate all'altezza dei denti.
Fonologicamente corrispondono alle occlusive dentali, e si pronunciano come la t e la d dell'italiano. Sono le consonanti "labiali", articolate all'altezza delle labbra.
Fonologicamente corrispondono alle occlusive labiali e corrispondono alle normali p e b dell'italiano. Abbiamo allora la serie Ogni lettera viene pronunciata con una simultanea aspirazione, fonologicamente una fricativa glottale. Inoltre, l'aspirazione sorda o sonora a seconda che la consonante sia sorda o sonora. Da sorda, h si pronuncia come l'aspirazione iniziale della parola inglese "house", da sonora il suono rassomiglia pi all'aspirazione iniziale della pronuncia fiorentina di "casa".
Occlusive nasali Se ogni serie di occlusive termina in una nasale, perch i grammatici indiani hanno distinto le varie pronunce di n e m dal punto di articolazione. La loro differenziazione dipende dell'ambiente in cui viene a cadere la consonante nasale.
In pratica, la nasale la velare n quando precede le consonanti velari k g dunque la n italiana di "manco" o "mango" ; la palatale quando precede le consonanti velari c j la n italiana di "mancia" o "mangia" ; la cacuminale n quando precede le consonanti cacuminali t d; la dentale n quando precede le consonanti velari t d la n italiana di "monto" o "mondo" ; la labiale m quando precede le consonanti labiali p b la m italiana di "rompo" o "rombo".
Questi esempi renderanno evidente l'ambito fonetico dei diversi tipi di nasale: Fricative semiconsonanti Secondo la fonetica tradizionale sanscrita, le lettere sono considerate semiconsonanti, rispettivamente palatale, cacuminale, dentale e labiale ordinate anche qui a seconda del punto di articolazione , cosa che pu parer strana soprattutto nel caso di r ed l.
Ne ragione che i grammatici indiani le hanno messe in correlazione con le vocali: In particolare, y e v corrispondono alle semiconsonanti i e u dell'italiano "ieri" e "uovo". In particolare, la pronuncia di v un po' pi complessa, essendo passata, gi in un'epoca piuttosto antica, da [w] semiconsonante alla labiodentale [v] questa oggi la pronuncia corrente nell'hind.
Nei nostri esempi, riportiamo la pronuncia tradizionale [w], anche se non sbagliato pronunciare questa lettera come la normale v labiondentale italiana [v]. Le due semiconsonanti r l sono rispettivamente la vibrante dentale e la liquida dentale dell'italiano. La fonetica sanscrita considera r una cacuminale piuttosto che una dentale, forse allo scopo di mantenere l'ordine tradizionale dell'intacco delle lettere.
In trascrizione diamo ad r il suo valore "ufficiale", anche se a tutti gli effetti non sbagliato pronunciare questa cacuminale anche perch non v' rischio di confusione come la normale r dentale italiana [r]. Fricative sibilanti. Sono rispettivamente la sibilante palatale, cacuminale e dentale sempre ordinate dal punto di articolazione. La prima la sc i italiana; la seconda una s retroflessa, da pronunciarsi in maniera simile a sc i ma con la lingua tra gli alveoli e il palato; la terza la normale s sorda dell'italiano.
L'ultima lettera dell'alfabeto devangrico l'aspirata Molti testi la assimilano, erroneamente, all'aspirazione inglese di "house", ma fonologicamente la h inglese una fricativa glottale sorda, mentre la h sanscrita sonora, dunque pronunciata similmente all'aspirazione iniziale della pronuncia fiorentina della parola "casa".
Il sanscrito ha infatti conservato la distinzione tra le due fricative glottali, sorda e sonora. La rispettiva sorda, che cade solo in fin di parola, viene invece indicata con un segno particolare chiamato visarga.
Presente solo nei testi vedici e foneticamente sostituita dalle cacuminali d e dh gi all'epoca di Pnini, questa lettera non compresa nel computo alfabetico. Dunque, una singola consonante, non mai k o t o p, ma sempre ka o ta o pa. Che si debba parlare di sillabe e non di lettere a s stanti giustificato dal meccanismo di vocalizzazione, in cui, come vedremo, le diverse colorazioni vocaliche sono date da diacritici sistemati sopra o sotto la consonante; e ancora, dalla formazione di nessi consonantici, in cui le consonanti precedenti perdono la vocale inerente -a per combinarsi graficamente con le consonanti successive.
La maggior parte delle consonanti devangriche formata da tre elementi: 1. Quando la vocale o il dittongo articolato con una consonante, allora si usa una seconda forma che viene combinata con la consonante per formare la sillaba. Il segno di consonante, privo di qualsiasi diacritico, gi vocalizzato in -a breve: questa vocale sempre inerente nella consonante.
La vocalizzazione lunga si ottiene facendo seguire alla consonante un secondo elemento verticale, in pratica una nuova a breve che raddoppia la durata di quella gi inerente. Per le altre vocali, si usano invece particolari diacritici posti sopra o sotto la consonante, oppure combinazioni tra diacritici e la a di prolungamento.
Nel caso particolare della i breve, la lettera viene posta prima della consonante a cui si riferisce. Si tenga presente che, in molti casi, l'uso ha stilizzato la forma di alcune sillabe, che non sono immediatamente riconoscibili. Quando necessario usare una consonante non seguita da vocale, ad esempio alla fine di una parola che termina in consonante, si usa un particolare segno diacritico chiamato virma a indicare l'assenza di vocale.
Il virma consiste in una sorta di virgoletta posta in basso a destra rispetto alla consonante. La fusione avviene spesso in sequenza, con l'eliminazione dell'elemento verticale delle consonanti iniziali del nesso quell'elemento, abbiamo detto, rappresenta la vocale inerente -a, donde la logica della sua rimozione. Altre volte il nesso viene stabilito verticalmente: Alcuni gruppi, presentano delle forme del tutto differenti, come: Particolari sono i nessi consonantici con r.
Qualora r sia elemento iniziale del nesso, viene indicata con un uncino posto sopra l'ultimo elemento della sillaba.
Qualora questo sia una consonante, cade sulla consonante; qualora sia una vocale, cade sulla vocale. Qualora r sia secondo o terzo elemento, allora viene indicato con una barra trasversale sotto la consonante che lo precede. Facciamo ora una panoramica di tutti i pi importanti nessi consonantici della scrittura devangrica.
Si tenga presente che vi sono altri elementi, oltre a quelli elencati, e che alcuni presentano diverse varianti grafiche. L'aspirazione sorda, che cade invece in fin di parola, invece contrassegnata con un particolare simbolo chiamato visarga, consistente in due puntini verticali.
In realt il visarga non un carattere originario, ma solo un sostituto per la s o r finale. La pronuncia classica consiste in un'aspirazione sorda [h] come nell'inglese "house". Nell'uso, tuttavia, il visarga viene pronunciato in diversi modi, spesso come una fricativa palatale [] o velare [x] rispettivamente il ch tedesco di "ich" o il ch tedesco di "Bach".
Molti studenti fanno seguire al visarga un'eco appena accennata della vocale immediatamente precedente. L'anusvra, che consiste in un punto posto al di sopra della vocale e viene indicata in trascrizione come m con un puntino sotto , fa' s che quella vocale sia seguita da una consonante nasale. Tale consonante [m] in fin di parola e davanti alle sibilanti e all'aspirata h. L'anunsika, consistente in una mezzaluna posto al di sopra della vocale generalmente a e indicata in trascrizione con una m con un puntino sopra , fa s che quella vocale sia nasalizzata, analogamente come avviene in francese.
Esistono due tipi di danda, semplice e doppio. Il primo indica la chiusura di una semistrofa, il secondo di una strofa. ACCENTO In vedico l'accento era libero, cio non determinato dal numero delle sillabe, e musicale, la sillaba accentata pronunciata in tono pi alto. L'accento musicale sopravvisse almeno fino all'epoca di Pnini, ma in seguito fu sostituito dal normale accento intensivo.
Gli accenti sono segnati solo nei Veda e nei testi coevi dei Brhmana, mentre nelle scuole europee si prese a leggere il sanscrito con accettatura pi o meno fittizia, similmente a quella latina. In altre parole, invalso l'uso di lasciar cadere l'accento sulla penultima sillaba se lunga; se la penultima breve, sulla terzultima; se anche la terzultima breve, sulla quartultima.
I grammatici indiani distinguono vari tipi di svara o accenti. Vi l'udtta ["elevato"], corrispondente al nostro acuto. La sua negazione appunto l'anudtta ["inelevato"], cio il grave. Lo svarita ["quasi accento"] un accento misto dei due, una sorta di circonflesso, che segue l'udtta. Si dice anudttara ["pi che inelevato"], l'anudtta che precede la sillaba udtta.
Le notazioni dei manoscritti sono spesso molto diverse. Nelle stampe si usa indicare la sillaba udtta sovrapponendole un apposito segno simile a un 3. Altre volte si usa un altro sistema. Si nota con una lineetta orizzontale sottoposta l'anudttara che precede l'udtta, e con una lineetta verticale sovrapposta lo svarita che segue l'udtta, cos che la sillaba accentata si trova tra le due che la chiudono. Vediamo come funzionano questi due criteri di accentazione, prendendo ad esempio i versi iniziali del Rgveda: Di norma, per, gli accenti non vengono segnati.
Furono infatti i matematici indiani ad inventare il concetto di zero e la numerazione posizionale, che poi gli arabi adottarono e trasmisero in Europa. Carrusel anterior Carrusel siguiente. Buscar dentro del documento. Sin la 'a' no podran pronunciarse, pues la 'a' es la letra suprema. Las vocales y sus sonidos tienen ms que ver con lo que es superior e independiente, mientras que las consonantes sobre todo las del primer y segundo grupo tienen ms que ver con etapas inferiores de la Creacin.
Esto slo ha sido un mero sealamiento de una caracterstica particular del Snscrito, a saber, que es un idioma extremadamente elaborado en total concordancia con una ciencia que se esconde tras l.
Por ejemplo: tta dya ga , etc. Ve a Conjuntos para ms informacin. Almendra Daniela Dominguez Morales. Cesar Peruche. El Simio Infeliz. Meritxel Estefany Hernandez Huamacto. David Garcia. Anonymous hSmFzM. Julio Armando. Kevin Davila. Luciana Cabrera. Edgar Mack. Macarena Lombardi. Girard Alcota. Mainelis correa. Juriquilla Queretaro. Maribel Gaitan Ramirez. Flores Julyeth. Popular en Devanagari.
Gerardo Ingram. Mi Yun Su. Cayetano Merino. Eloisa Walker. Tata Corona.
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